Molliche di pane

28 Marzo 2022 - 5:47

Alisa (Ucraina)

Alisa è una ragazza di non più di 13 anni. A lei è assegnato l'angolo in cui, nel palazzo addattato a poter fornire aiuti agli ucraini, si scelgono i pelouche per i piccini. Lei seleziona i giocattoli e li distribuisce ai bambini ucraini che cercano sollievo dalla guerra, dalla distruzione.

Purtroppo non ci sono altre informazioni ma l'immagine di quell'angolo di colori vivaci per i bambini, raccolti nei cartoni recuperati da chissà quale attività ormai persa per la guerra, è un sollievo, un balsamo per gli occhi che si perdono fra i grigi ed i neri della guerra.

Lei rappresenterà per sempre i bambini che cadono colpiti dalla Russia. Polina, questa bambina che ha già speso il grappolo di sorrisi che la vita le ha concesso, porterà la bandiera di un esercito silenzioso ed inarrestabile. Questo esercito marcia verso Putin e la Russia che concede il massacro dei bambini.

Vedere una madre crollare di fronte al medico che gli comunica che nessuna rianimazione o intervento ha potuto salvare la sua bambina, è così inumano che è impossibile non desiderare di essere oltre l'orrore dello stesso concetto di guerra.
Ci si chiede cosa servirà e quanto tempo sarà necessario per poterci lasciare alle spalle questa parola e tutto quello che porta con sé e sentirla appartenente ad un passato in cui la razza umana aveva ancora la necessità di emanciparsi da alcuni significati possibili solo all'alba di quella che potrebbe essere la promessa della civiltà.

Una corona di protezione intorno alla libertà e agli altri diritti inalienabili dell'uomo è necessaria. Il nome non è fondamentale anche se le parole "patto atlantico" possono significare qualcosa, possono rappresentare la promessa di qualcosa.
Ma i bambini continuerano a morire mentre tutto questo si compierà, ed è inaccettabile. CI vorrà tempo che molti bambini non hanno, che molte guerre non attenderanno.

Yelena Osipova era scesa in piazza insieme a tanti altri connazionali russi per dimostrare il loro orrore per la guerra in Ucraina.
Yelena Osipova è un'anziana piuttosto nota in Russia dal momento che riuscì a sopravvivere all'assedio di Leningrado ad opera dei nazisti. Nella serata di ieri 3 marzo 2022, a San Pietroburgo, mentre era in piazza a manifestare contro la campagna di invasione in Ucraina, è stata arrestata dalla polizia russa e allontanata. Il video dell'arresto, diventato virale, ha suscitato reazioni di indignazione da parte del web vista l'età avanzata della donna.

Vogliamo non dimenticare perché pensiamo che i pensieri di questa donna, chiusi nella sua mente e coltivati in circa 80 anni di vita, hanno un valore che si compie con un atto dovuto, probabilmente, per tenacia e sincerità di ciò che questa donna crede, per quello che i suoi occhi hanno visto e non dimenticano. Presto anche questa vita lascierà la terra che l'ha ospitata e cresciuta non senza difficoltà. Le sue esperienze si perderanno per sempre e, presto, dimenticheremo che sia mai esistita. Augurandoci che ci siano affetti a ricordarla ma non certi di questo, continuiamo a fare la nostra parte dedicandole un angolo di questa rubrica perchè viva. 

Oggi, 25 agosto 2021, il soldato americano Marin Adler, 98 anni, torna in Italia per incontrare i tre bambini che aveva salvato 77 anni prima, che aveva fotografato e che non aveva più visto da allora.

Il soldato americano Adler torna in Italia dopo 77 anni per incontrare i 3 bambini che fotografò durante la Liberazione.

E così il soldato americano Martin Adler ha ritrovato quei tre bambini incontrati nel 1944 durante la liberazione al termine della Seconda Guerra Mondiale, lungo la Linea Gotica, sull’Appennino bolognese. Per rivedere i bimbi, dopo 77 anni, ha avuto il piacere di prendere un volo che da Miami lo ha portato all’aeroporto Marconi di Bologna: lì ad aspettarlo c’erano Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, ormai nonni e bisnonni, che Adler, figlio di emigrati ungheresi di religione ebraica, salvò e fotografò dopo la liberazione di Monterenzio dai nazifascisti.

Un po’ di cioccolata e una rosa, con addosso una maglietta con la scritta “Martin’s Bambini, Forever Kids Tour!”: si è presentato così il veterano ai fratelli Naldi, tra l’emozione dei presenti.

26 Aprile 2021 - 13:40

Nadia De Munari

Oggi ricordiamo Nadia De Munari, volontaria cinquantenne (nel 2021, al tempo dei fatti), una missionaria laica, gestiva la casa di accoglienza Mamma mia a Chimbote, nell'ambito dell'operazione Mato Grosso, che offre cibo e assistenza a minori e madri in difficoltà economica.

E' stata assalita nella notte e colpita con un machete, forse, durante il tentativo di rapina anche se tesi discordanti la vedono più nella posizione di qualcuno che stava dando fastidio, anche solo con la sua presenza nella zona ed il suo lavoro.

Oltre ottanta «missioni» o «spedizioni» in America Latina con volontari in servizio per aiutare le famiglie che vivono in povertà in zone particolarmente depresse e isolate di Brasile, Bolivia, Perù ed Ecuador. L'Operazione Mato Grosso, di cui Nadia De Munari era tra le animatrici più attive, è un movimento a livello nazionale rivolto soprattutto ai giovani. I volontari (circa 300) prestano la loro opera in forma totalmente gratuita, senza ricevere nessun compenso economico e per tempi più o meno lunghi: si va da permanenze brevi di uno o due anni, fino a presenze stabili di dieci, venti e più anni, considerati quindi volontari permanenti.

Siamo a Battipaglia, è l'8 marzo 2021, provincia di Salerno e nell'incendio di un'abitazione, la badante, una donna bulgara di 57 anni, salva la coppia per cui lavorava, lui di 88 e lei di 86 anni, dalle fiamme e da morte certa. Morte che lei trova tornando in casa per salvare, probabilmente, qualcosa dalle fiamme.
Per quanto si cerchi online, non è possibile trovare un singolo articolo che proponga il nome della donna che non potremo quindi ricordare.

Il gesto compiuto dimostra un coraggio ed un istinto che è ormai difficile trovare, un coraggio che sempre di più viene sacrificato a favore dell'utilitarismo, dalla convenienza di scelta, scelte di praticità e utilità.

Nel febbraio 2021 muore Tom Moore, capitano in congedo dlel'esercito di sua maestà la regina, all'età di 100 anni.

La regina Elisabetta lo aveva nominato Cavaliere nell'estate del 2020, riconoscimento per il suo impegno contro la pandemia: il veterano aveva percorso 100 giri intorno a casa sua con il deambulatore, raccogliendo ben 34 milioni di euro per il sistema sanitario del Regno Unito.

Qualuqnue sia stato il suo passato, trattandosi di ex generale dell'esercito della regina, il trascorrere degli anni può addolcire una persona e predisporla a gesti di grande ed universale significato. L'impegno dimostrato, l'atteggiamento nei confronti di una malattia che lo ucciderà ed il modo di comunicare con un pubblico, tutti noi, restii ad ascoltare, è stato un esempio di non trascorabile spessore.

Lo ricordiamo come un uomo che ha dato quello che poteva, e lo ha fatto in modo che tutti potessero godere e capire l'esempio.

Dopo il cambio di tendenza della categoria "aggiornamenti" che diviene "Cronaca dei nostri giorni", oggi lo spunto per modificare concettualmente e praticamente i contenuti della categoria "Comunicazioni ufficiali".

Muore oggi Tom Moore e abbiamo lo spunto per cosa trascciare nella categoria delle comunicazioni ufficiali che da oggi vuole tracciare la linea cronologica dei fatti da ricordare per poter essere migliori. Frase fatta? Troppo semplice o semplicistica?  Non importa, forse è necessario che qualcuno tenti di sottolineare il buono, quello che può essere lo spunto per vedere un pezzo di cielo azzurro guardando a domani. Crediamo ce ne sia un forte bisogno: positività, entusiasmo, valore e coraggio, nei piccoli e nei grandi, per credere che si possa pensare ad un'esistenza che non sia solo afflitta dai mali della nostra terra e del nostro tempo: economia, politica, e tutto quello che è afflitto dalla mercificazione: sport, religione, spiritualità, etica.

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