Oggi la vita ci ricorda che nulla è per sempre, dop0 anni di celebrazioni della musica e di Dio oggi ci lascia una delle voci più ispirate della storia della musica del novecento, quella di Aretha Franklin.
Ma cos’è che fa letteralmente cadere una lacrima dagli occhi del presidente degli Stati Uniti d’America quando Aretha Franklin intona (è riduttivo) (You make me feel like) A natural woman?
Questo è il primo articolo di queste rubriche a vivere in tempo reale l’esperienza della perdita di una gemma della musica mondiale: Aretha Franklin, è il 16 Agosto 2018 e Aretha si spegne all’età di 76 anni nella sua casa di Detroit, negli USA.
Vedi un piccolo corpo fra tanti che attraversa goffa un palco, si dirige al pianoforte, si siede e inizia a picchiare sui tasti con decisione, come sul punto di dare a tutti una lezione. Qualcuno di quelli che la musica la mastica un po’, ma che non vive esclusivamente di essa, si stupisce che Aretha Franklin suoni il piano. Altri sono un po’ più navigati. Poi segue l’attacco e tutto sfuma ovviamente nell’accademico dopo le prime note, quando la voce è una morbida altalena fra il crescere ed il sottovoce, rapidamente, passando dal disciplinato attenersi al pentagramma al vocalizzare l’emozione di un momento giocherellando fra il semitono superiore e quello inferiore, proprio come vuole il blues, come se in mezzo ci fossero davvero mille anni di schiavitù da cui questa donna si è liberata.
Sì, perché lei ora sta dicendo che con quella musica può fare tutto quello che vuole. La acciacca un pezzetto sopra ed un pezzetto sotto, ci fa credere che si impenni e invece crolla in un baratro di bassi gutturali per poi risalire rapidamente attraverso la pentatonica (maggiore o minore che sia) per arrivare dove sa che avremo un brivido. Sì, lei ti prende una lacrima perché può, perché è la sua voce, ha vissuto di tutto questo per tutta la vita e non solo ne ha pieno controllo, non sa e non può fare altre che essere sé stessa, tutto quello che sentiamo.
Questa è la cronaca di alcuni secondi di una canzone fra le tante in 50 anni di storia della musica, e la sua nicchia è la vita che ha vissuto, nessuno entra e nessuno esce. Lei detta le regole di questa emozione.
Le anime di fronte a questo palcoscenico sono incantate dal serpente perchè non hanno alcuna esperienza e sono cadute nel labirinto dell’emozione e lei sa come riportare in vita ciò che è sopito dall’ordine delle cose: un’emozione.
Freddie diceva is a kind of magic, ed è vero, l’artista danza con il suo strumento, la voce, sull’idea che Dio ha di questa vita, sente la vibrazione dell’amore che è equilibrio dell’universo, matematica, musica, voce di Dio.
Ma oggi non è il giorno del cantare, dell’emozione o del battere e ribattere con Dio sui suoi progetti per i nostri cuori attraverso la fontana del diaframma, oggi muore una di quelle voci che sono state illuminate da Dio, non importa che ci crediate o no, in questo caso l’esistenza di Dio è indiscutibile perché nient’altro potrebbe spiegare la magia dell’azione e reazione fra il canto ed il pianto.
Ma tutta una vita vuole un giorno per la somma delle cose ed oggi è quel giorno. Ed è doveroso oggi non cantare, perché si è cantato per anni, o si poteva aver cantato per anni e non lo si è fatto. L’oggi, invece ricorda che tutto finisce. E non servirà tutta la tecnologia del mondo a riproporre la sua voce, le sue immagine le emozioni che il suo cantare ha regalato a generazioni e generazioni di appassionati amanti, oggi è sceso il sipario, oggi si chiude. Le date sono cancellate, viene fatta una buca in terra e tutto è costretto a ridisegnarsi sul presente. Questo è l’insegnamento ancora. Non si deve perdere tempo, non si deve credere che si avrà tempo ancora, non si deve aspettare perché venga meglio. La vita è adesso, nell’istante in cui si può vivere ognuno e così Aretha. Da oggi tutto cambia.
Cos’ come dopo Ray, Elvis, Chuck, James, Freddie e tanti altri, oggi un posto resta vuoto qui fra noi ed un posto viene preso nell’arcata del cielo dove tutte le più belle voci canteranno per sempre un’unica cosa: la forma di Dio.
Grazie Aretha, fai buon viaggio.