La religiosità, insegnare ad amare Dio per renderli liberi

Insegnate Dio ai vostri figli.

Non perché un Dio sia più vero di un altro. Non perché una religione sia migliore di un’altra, ma perché si impari, crescendo e formandoci, a rivolgerci a qualcosa di più grande del nostro ego, perché si impari l’ubbidienza, perché si possa vivere una dimensione in cui non siamo noi la cosa più grande e potente che si possa immaginare.

Imparare l’umiltà, il riconoscerci piccoli come siamo ci offre la possibilità di pregare ovvero di rivolgerci a qualcuno chiedendo quello che non possiamo. Questo accettare una condizione di piccolezza ci pone nella condizione di poter essere grandi, perché l’onestà ci dia potere, il potere della verità sulla realtà.

Solo imparando ad ubbidire si può imparare a comandare, ma crescendo senza Dio non si potrà che vivere una vita di insicurezze e debolezze perché non si potrà mai credere in nulla, perché non si è creduto in Dio.

Come è possibile che accada questo? Questo accade poiché l’unica cosa in cui è legittimo credere per fede è Dio ovvero il tutto, è ciò per cui, matematicamente, si corre meno rischio in quanto le probabilità sono infinite. Ma al di là delle rappresentazioni matematiche e logiche del credere, Dio è l’unico pensiero che può essere la misura del nostra reale dimensione: la piccolezza. E se siamo in grado di dichiararci piccoli, possiamo essere grandi perché finalmente osservatori oggettivi della realtà, con occhi aperti e liberi, sinceri, scevri dal pericolo.

Crescete i vostri figli insegnadogli a credere in Dio, a rispettare leggi che non comprendono, ad ubbidire a regole che non giustificano per ottenere un dono che non capiscono. Questo li renderà schiavi nell’immediato per garantirgli una reale libertà di pensiero poi, in seguito.

Se iniziate il vostro percorso di genitori giustificando la vostra pigrizia o la vostra mancanza di percezione asserendo che non hanno necessità di Dio per essere liberi di scegliere la loro migliore strada quando saranno grandi ed in grado di scegliere, avrete soltanto indebolito le loro ossa, impoverito il loro cuore, tarpato la loro possibilità di volare. Perchè soltanto allenandosi duramente in uno sporto poi si può essere liberi di sceglierne un altro avendo in quel momento un corpo comunque allenato. Sarà forse il caso di correggere la rotta, interromperla, deviarla o perfino farla tornare indietro un po’ ma saranno comunque pronti a lavorare davvero, quando dall’agonismo vedranno la possibilità del professionismo e vi ringrazieranno perché solo voi li avete forzati ad un allenamento che nessuno poteva comprendere dove avesse potuto portare.

Insegnate ai vostri figli un Dio, anche perché abbiano qualcuno da amare in un’eta in cui è precoce amare, perché abbiano qualcuno da rifiutare in un’età in cui non sanno nemmeno cosa significhi rifiutare, perché abbiano modo di avere fede quando non ci sarebbe nulla al mondo per cui avere fede, che neanche voi, genitori, potete essere quelli che li faranno sentire sicuri e al riparo da tutti, che anche voi siete ancora i bambini che siete stati come lo sono ora i vostri figli. Consegnateli a qualcosa di più grande di voi, di più sano di voi, più saggio, più integro, più vero, più sincero. più inattaccabile e al contempo sacrificabile.

Questa nota non è di parte, ho avuto una formazione cattolica, poi ho avuto bisogno di non avere Dio e sono stato agnostico, poi ho amato il Buddismo per poi trovare il più bel ricordo di pace nel sufismo.

Dio è sacrificabile, in qualunque sua forma sia stato narrato e rappresentato, ogni Dio si è reso sacrificabile per essere ucciso da chi doveva imparare ad amarlo, ed ognuno, per amarlo, deve prima rifiutarlo.
Comprendete il valore del sacrificio e non sarete più in grado di essere dèi di voi stessi. Allora troverete Dio.

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