E’ la cronaca di un agosto 2018 social e anche questo mese social è un mese Facebook.
Siamo ancora decisamente troppo in Facebook anche se meno rispetto ai primi anni, ma quale Facebook?
E’ il Facebook dei selfie dei quarantenni che si gloriano di loro stessi nelle piccole imprese quotidiane come cucinare un uovo o andare in bicicletta.
E’ il Facebook degli indignati per il maltrattamento degli animali che postano foto di cani sofferenti ma che non alzano il sedere dalla poltrona per arrivare al canile municipale a fare un’ora di volontariato.
E’ il Facebook degli indignati politici che trovano coraggio per scrivere quattro righe di arringa da sinistra a destra (o da destra a sinistra) e si sentono il Che Guevara di una rivoluzione che non è né del cuore né in strada, Facebook è un ottimo anestetico per far in modo che la gente non scenda in strada a sposare ed abbracciare una causa.
E’ il Facebook delle ragazzine di 18 anni (e anche delle ragazzine di 45 anni) che non avendo altro da mostrare si fotografano il sedere e si iscrivono alla pagina “fotografi e modelle” perché, beh, meglio scrivere aspirante modella come didascalia sotto una foto in tanga piuttosto che navigata maiala (licenza poetica fiorentina).
E’ il Facebook di quelli che comprano la reflex in offerta a Mediaworld per iscriversi alla pagina “Fotografi e modelle” ed ora possono contattare le modelle (di cui sopra) per tentare di vedere dal vivo l’unico sedere che vedranno nel 2018.
E’ il Facebook degli intellettuali che definiscono ogni cosa usando aforismi perché leggere un intero libro… ma no, basta il libro degli aforismi?
E’ il Facebook che ci ha mostrato la pochezza dei molti, la banalità dei contenuti, gli auguri di compleanno di chi non ha cosa dire, e dice qualunque cosa pur di dire qualcosa.
E’ il Facebook del “qualunque cosa è vera, basta saperla leggerla ed inserirla in un particolare momento”.
E’ il Facebook delle ragazzine e dei ragazzini non controllati dai genitori e lasciati liberi di vivere di superficialità, perché i genitori, per primi, non hanno alcuna formazione, non hanno alcuna disciplina, tanto che ti viene la voglia di dire che per essere genitori si dovrebbe rilasciare una patente dopo una serie di esami esattamente come per guidare.
E’ il Facebook dei genitori che inveiscono contro i professori che sono vuoti come otri etrusche, ed hanno anche ragione, ma non hanno idea, loro per primi, di come si contesti, perché non può essere Facebook lo strumento di contestazione.
E’ il Facebook dei professori che contestano i genitori perché appoggiano figli viziati, maleducati ed indisciplinati, ed hanno anche ragione, ma non può essere Facebook il luogo deputato a rimbrottare soprattutto quando si veste un ruolo sociale e/o istituzionale.
E’ il Facebook che mostra come ogni politico sia, in modo imbarazzante, un evidente incompetente, ma a dirlo è un incompetente ancora più imbarazzante e per questo la maggior parte delle evidenze perde ovviamente forza e vigore.
E’ il Facebook che mostra come le madri siano così poco madri e così tanto ragazzine, di cui i figli non potrebbero che vergognarsi se solo avessero l’età per capire.
Questo e molto altro è la cronaca dei nostri giorni social in Italia, in questo 2018, mese di agosto ormai alla fine del suo corso, pronto a lasciare spazio a un settembre che porterà tutti dalla spiaggia al pensare già al Natale che tanto con quali pensieri vogliamo riempire i nostri giorni visto che anche i mondiali di calcio sono appena finiti (e noi non abbiamo neanche partecipato stavolta), per arrivare finalmente a gridare “2019!” con propositi che, come al solito, avranno valore solo fino alla mattina del 2 gennaio?