E se… invece di andare in vacanza e fermarsi, fossimo andati in vacanza continuando a lavorare?
Cosa è accaduto da maggio a settembre 2020? Al di là delle immagini che sono scorse nei principali telegiornali di informazioni, accompagnate da elogi politici fasulli rivolti agli italiani disciplinati ed attenti, l’Italia si è presa un riposo non meritato ed indisciplinato. Non avevamo lavorato bene e c’era ancora molto da fare, proprio in quell’attimo di respiro dato dal calo dei contagi e dal “bel tempo”. Un riposo non meritato non perché ognuno di noi non meriti il riposo ma perché non si era ancora fatto quello che sapevamo sarebbe dovuto essere fatto: creare un’Italia che sarebbe stata in grado di affrontare la famosa seconda ondata.
Abbiamo creduto che fosse passata la paura e l’emergenza. Abbiamo ripreso le vecchie abitudini, abbiamo messo la testa sotto una sabbia (quella delle spiagge) che di avrebbe dovuto vedere arrivare con carta e penna, con un laptop per poter cambiare, modificare, reinventare il nostro lavoro la nostra vita.
Avremmo meritato un’intera estate di riposo per alimentare la voce “turismo” se l’avessimo usata per godere del sole mentre stavamo lavorando al nostro futuro. Così non è stato.